Se il condono edilizio non è andato a buon fine, con il Decreto Semplificazioni pare che qualcosa cambierà in ambito edile. Demolire e ricostruire sarà più semplice e si potrà fare anche apportando un aumento sulle volumetrie e le sagome del fabbricato, purché si rispettino le distanze tra gli edifici.
Il Decreto Semplificazioni modifica il testo Unico dell’Edilizia
Il DL semplificazioni va dunque a modificare il Testo Unico dell’Edilizia (Dpr 380 del 2001). Prima di esso la normativa previgente consentiva interventi di demolizione e ricostruzione con la sostituzione dell’edificio nella stessa area di sedime, osservando le distanze preesistenti e senza generare cambiamenti di volume.
DL Semplificazioni: cosa cambia?
Con le nuove disposizioni si facilita la rigenerazione e il riuso di immobili; infatti, le modifiche apportate all’articolo 2 bis, comma 1 ter del TU Edilizia, consentono di demolire e ricostruire anche laddove le dimensioni del lotto di pertinenza non permettano la modifica dell’area di sedime ai fini del rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini.
È consentito un aumento volumetrico con ampliamenti fuori sagoma e aumento dell’altezza dell’edificio.
Altra novità è l’inclusione degli interventi volti a modificare le destinazioni d’uso nell’ambito della manutenzione straordinaria, purché questi non causino un aumento del carico urbanistico.
Le disposizioni valgono anche per i centri storici?
Bisogna infine precisare che una tale tolleranza costruttiva non riguarderà anche i centri storici italiani dove sono stati introdotti dei limiti. Ciò significa che nelle zone omogenee A, gli interventi finalizzati alla demolizione e ricostruzione sono consentiti soltanto nell’ambito di piani urbanistici di recupero e riqualificazione particolareggiati, la cui programmazione e realizzazione spetta solo al Comune di pertinenza.